La disfunzione erettile è un problema che può minare profondamente la vita sessuale e la relazione di coppia, soprattutto quando si manifesta in seguito a un evento traumatico.
In questo articolo racconto un caso reale affrontato nel mio lavoro di sex coaching per coppie, in cui un uomo ha iniziato a sperimentare difficoltà erettili dopo aver assistito al parto della sua compagna storica.
È fondamentale chiarire sin da subito che un percorso di sex coaching può essere avviato solo dopo aver escluso cause fisiche e disturbi psicologici clinicamente rilevanti.
In questo caso, entrambi gli aspetti sono stati approfonditamente valutati: il cliente si è sottoposto a visite mediche specialistiche che hanno escluso problematiche organiche, e non sono emersi segnali che richiedessero l’intervento di uno psicologo o psicoterapeuta.
Solo a queste condizioni ho potuto iniziare un percorso mirato, fondato su tecniche come la mindfulness e la visualizzazione creativa, per superare la disfunzione erettile e ristabilire l’intimità di coppia.
Quella che leggerai è una storia di trasformazione, in cui la sessualità, dopo un lungo silenzio, rinasce con nuova consapevolezza.
Il caso della coppia: quando la sessualità si blocca dopo il parto
Lui e lei si conoscono da quando erano adolescenti. La loro relazione cresce con il tempo, solida e affettuosa, ma non particolarmente esplorata dal punto di vista erotico. Dopo diversi anni insieme, decidono di avere un figlio.
Tutto procede con naturalezza fino al giorno del parto, a cui lui sceglie di assistere con amore e partecipazione. Quello che però accade in sala parto segna un punto di rottura imprevisto e silenzioso nella loro intimità.
Dopo il parto, la sessualità di coppia si spegne del tutto. Lui inizia a manifestare disfunzione erettile in modo ricorrente, senza spiegazioni apparenti. Nonostante il desiderio di vicinanza e affetto, il suo corpo sembra rispondere con un rifiuto.
Inizialmente cerca di ignorare il problema, attribuendolo allo stress o alla stanchezza post-parto. Ma con il passare dei mesi, il disagio cresce, e così anche la distanza nella relazione.
Quando arrivano da me, è evidente che c’è amore, rispetto e volontà di ritrovarsi, ma anche confusione e frustrazione.
La prima cosa che faccio è assicurarmi che non ci siano cause fisiche alla base della disfunzione: lo invito a fare accertamenti medici, che confermano l’assenza di problematiche organiche.
Escludo anche la presenza di disturbi psicologici gravi che richiederebbero un altro tipo di supporto professionale. Solo allora decido che possiamo iniziare un percorso di sex coaching.
Durante il primo colloquio emerge un elemento chiave: lui collega in modo diretto il blocco sessuale all’esperienza vissuta durante il parto.
Non riesce più a vedere la partner come figura erotica, ma come madre. Si sente invaso da immagini che gli tornano alla mente e lo bloccano ogni volta che tenta di riattivare l’intimità.
Il trauma del parto, seppur non patologico, si rivela determinante. Non è raro che eventi emotivamente forti, anche se vissuti con amore, lascino un segno profondo nella percezione del corpo, del desiderio e della sessualità.
In questo caso, la visione del corpo femminile durante il parto ha modificato il modo in cui lui lo percepisce nel contesto erotico.
Il loro caso diventa un esempio chiaro di quanto la sessualità sia strettamente legata alla mente, all’immaginario e all’esperienza emotiva.
La buona notizia è che, con i giusti strumenti, si può intervenire in modo mirato per riprogrammare il rapporto con il proprio corpo e quello del partner.
Disfunzione erettile psicogena: quando il corpo dice no senza un motivo fisico
Uno degli aspetti più disorientanti della disfunzione erettile psicogena è proprio la sua natura “invisibile”: il corpo smette di rispondere, ma i medici non trovano nulla di anomalo.
I valori sono nella norma, non ci sono danni vascolari, neurologici o ormonali. Tuttavia, l’erezione non arriva, oppure si interrompe prima del rapporto.
Nel caso che ho seguito, come in tanti altri simili, è evidente che il blocco ha origine nella sfera emotiva. Più precisamente, in un evento che ha lasciato un’impronta inconscia nella mente dell’uomo: l’assistere al parto della compagna.
Non si tratta di un vero e proprio trauma clinico, ma di una forte esperienza visiva, fisica e simbolica che ha alterato la percezione dell’altro nel ruolo di partner sessuale.
Molti uomini, anche quando sono presenti con amore e partecipazione, non sono preparati a integrare la figura della madre e dell’amante in un’unica immagine.
Dopo il parto, il corpo della compagna può essere inconsciamente associato al dolore, alla fatica, o semplicemente alla maternità. Questo può generare un conflitto interno silenzioso, che si traduce in un blocco fisico durante l’intimità.
La disfunzione erettile psicogena è proprio questo: una risposta corporea a un conflitto psico-emotivo. Non è una malattia, ma un segnale. Il corpo comunica che qualcosa, nella dimensione profonda del vissuto personale, ha bisogno di essere riconosciuto e rielaborato.
È importante sottolineare che il sex coaching non cura patologie, ma lavora sulla consapevolezza, sulla relazione e sulla crescita erotica.
💬 Coaching: uno spazio per dare voce all’invisibile
Quando l’uomo e la coppia sono sani fisicamente e mentalmente, ma attraversano un blocco, il coaching può diventare uno spazio sicuro dove dare voce all’invisibile:
emozioni represse, immagini mentali disturbanti, convinzioni limitanti, memorie inconsce che influenzano il desiderio.
Nel percorso con questa coppia, ho osservato come il solo fatto di dare un significato al sintomo ha rappresentato un primo passo di guarigione.
L’uomo ha iniziato a comprendere che il suo corpo non era “rotto”, ma stava reagendo a un messaggio emotivo profondo. E da lì abbiamo iniziato a lavorare per ripristinare un nuovo equilibrio tra mente, corpo e desiderio.
Mindfulness e visualizzazione: tecniche di sex coaching per rientrare in connessione
Una volta identificato il blocco emotivo alla base della disfunzione erettile, il passo successivo è fornire strumenti pratici per affrontarlo.
In questo caso, ho scelto di lavorare con la mindfulness applicata alla sessualità e con esercizi mirati di visualizzazione creativa, due tecniche potentissime per riportare attenzione, presenza e immaginario erotico al centro della relazione.
La mindfulness, nel contesto sessuale, insegna a stare nel corpo senza giudizio, ad accogliere sensazioni, emozioni e pensieri senza reagire in modo automatico.
Spesso, chi soffre di disfunzione erettile entra in un loop mentale: “e se non funziona di nuovo?”, “devo riuscirci”, “sto deludendo il mio partner”. Questo crea tensione, ansia da prestazione e distacco emotivo. La mindfulness interrompe questo schema.
Con la coppia, ho introdotto esercizi di respirazione, ascolto corporeo e presenza sensoriale. Si tratta di ritrovare l’intimità attraverso la lentezza, senza obiettivo prestazionale.
Il focus non è l’erezione, ma la connessione. Questo toglie pressione e permette al corpo di rilassarsi e rispondere in modo naturale.
Parallelamente, ho proposto visualizzazioni guidate, in cui l’uomo immagina scene intime positive, sicure e coinvolgenti. In particolare, abbiamo lavorato per sostituire le immagini intrusive legate al parto con scenari erotici in cui la compagna è percepita nuovamente come partner desiderabile.
Queste immagini non sono fantasie fine a sé stesse, ma strumenti terapeutici: allenano la mente a riscrivere il copione erotico.
Anche la partner è coinvolta in questo processo. Il sex coaching per coppie non agisce solo sul sintomo del singolo, ma sulla relazione. Abbiamo esplorato nuove modalità di tocco, comunicazione erotica e gioco, creando uno spazio in cui il piacere può rinascere senza giudizio e senza aspettative.
Dopo le prime sessioni, l’uomo inizia a notare segnali di cambiamento: non ha più paura dell’intimità, riesce a restare presente senza perdersi nei pensieri e, gradualmente, le erezioni tornano spontaneamente. Il corpo risponde quando si sente al sicuro.
Queste tecniche non sono miracolose, ma funzionano perché agiscono in profondità, riequilibrando la connessione tra mente, emozioni e sessualità. In pochi incontri, la coppia ha già sperimentato una nuova forma di vicinanza, più autentica e più sensuale.
Risultati dopo 5 sessioni: il ritorno al piacere sessuale
Già alla quarta sessione, il cambiamento nella coppia è evidente. L’uomo si presenta più rilassato, il suo sguardo è diverso: meno teso, più curioso.
Mi racconta di aver vissuto alcuni momenti di intimità con la compagna senza sentirsi in ansia per la prestazione. Le erezioni cominciano a tornare, spontaneamente, e soprattutto non sono più il centro del rapporto.
Questo è uno degli aspetti più importanti: il piacere non ruota più attorno alla “performance”, ma alla connessione.
La coppia riscopre il gioco, il tocco, il desiderio che nasce dal sentirsi vicini, visti e accolti. Non si tratta solo di recuperare la funzione sessuale, ma di darle un nuovo significato.
Durante il percorso, entrambi iniziano a comunicare con più sincerità e delicatezza. La compagna esprime il suo bisogno di sentirsi desiderata anche come donna, non solo come madre.
Lui ammette di aver provato vergogna e paura di non essere più “all’altezza”. Questo scambio è una svolta: il dialogo emotivo apre la porta all’intimità erotica.
Le pratiche di mindfulness, che inizialmente venivano vissute con un certo scetticismo, diventano parte della loro quotidianità.
Prima di ogni incontro sessuale, si concedono momenti di presenza e respiro insieme. Questo semplice rituale crea un’atmosfera di ascolto e calma, fondamentale per lasciare andare le aspettative e godersi l’incontro.
Anche le visualizzazioni, ripetute a casa, cominciano a modificare l’immaginario erotico dell’uomo.
Le immagini legate al parto, che prima comparivano in automatico nei momenti di intimità, si affievoliscono. Al loro posto si fanno spazio scene nuove, collegate a emozioni positive, desiderio, piacere.
Dopo cinque sessioni, la coppia decide spontaneamente di proseguire. Non perché il sintomo sia ancora presente, ma perché hanno scoperto quanto può essere ricco e nutriente esplorare insieme la sessualità in modo consapevole.
Il sex coaching, a questo punto, non è più solo un intervento sul problema, ma un’opportunità di crescita personale e relazionale.
La loro vita erotica, in realtà, inizia davvero solo ora: con più consapevolezza, con più curiosità e con una nuova libertà emotiva.
Oltre il sintomo: come il sex coaching rafforza la relazione di coppia
Quando una coppia si rivolge a un sex coach, spesso arriva con l’urgenza di risolvere un problema concreto — nel loro caso, la disfunzione erettile.
Ma il vero valore del percorso emerge solo quando si va oltre il sintomo e si scopre che la sessualità non è un meccanismo da riparare, ma un territorio da esplorare insieme.
Nelle cinque sessioni successive, la coppia non lavora più solo sulla funzionalità, ma sulla qualità del rapporto erotico. Iniziano a porsi domande nuove: Cosa ci eccita davvero oggi, dopo tanti anni insieme? Cosa non abbiamo mai provato? In che modo possiamo sorprenderci a vicenda?
Attraverso giochi erotici, tecniche di comunicazione sensuale, esplorazioni non penetrative e momenti di intimità non legati al sesso, imparano a nutrire il desiderio come un linguaggio quotidiano, non come un evento eccezionale.
La compagna, per esempio, racconta che per la prima volta si sente “desiderata come donna, non solo amata come madre”. Lui afferma di sentirsi più sicuro, più libero e finalmente coinvolto emotivamente nel rapporto sessuale, senza quel senso di “dover funzionare”.
💬 Il sex coaching come laboratorio di coppia
Il sex coaching, a questo punto, diventa un vero laboratorio di coppia, dove è possibile imparare a conoscersi di nuovo, anche sotto il profilo erotico.
Un aspetto spesso trascurato dalle coppie di lunga data è proprio questo: la sessualità cambia, evolve, e ha bisogno di essere aggiornata.
Non basta l’amore: serve la volontà di restare esploratori l’uno dell’altro.
Il loro percorso, iniziato per superare una disfunzione, si trasforma in un viaggio di riscoperta reciproca. La sessualità diventa più autentica, più giocosa e, paradossalmente, più libera proprio perché non è più legata alla “prestazione perfetta”.
Il coaching si conclude con grande soddisfazione da entrambe le parti. Mi salutano con gratitudine e con una nuova luce negli occhi.
Non solo hanno superato un blocco, ma hanno imparato a creare una sessualità più viva, consapevole e condivisa. Una base solida su cui continuare a costruire, anche nelle prossime fasi della loro vita di coppia.
Quando il corpo parla, ascoltarlo insieme è amore: il sex coaching come inizio di un nuovo Noi
Quando il corpo smette di rispondere, spesso lo fa per proteggere qualcosa di profondo. È un linguaggio sottile, che ha bisogno di ascolto, pazienza e uno spazio sicuro per emergere.
Questa coppia, come molte altre, ha avuto il coraggio di fermarsi e di guardare in faccia ciò che non funzionava più, non con giudizio, ma con amore.
Superare la disfunzione erettile, in questo caso, ha significato molto più che “tornare a funzionare”. Ha significato guardarsi di nuovo come amanti, riconoscere le emozioni rimaste in sospeso, liberarsi dal peso del silenzio e riaprire le porte all’intimità vera.
Con le giuste condizioni — assenza di patologie fisiche o psicologiche e un reale desiderio di cambiamento — il sex coaching per coppie può essere il punto di partenza per riscrivere una nuova storia, anche dove sembrava che tutto si fosse fermato.
Se anche tu senti che qualcosa nella tua vita sessuale si è interrotto, se vivi un blocco che non riesci a spiegarti, o semplicemente vuoi ritrovare quella scintilla che sembrava perduta, sappi che non sei sol*
Quando il corpo parla, ascoltarlo insieme è già un atto d’amore.
Io sono qui per accoglierti, senza giudizio, e accompagnarti in un percorso dove il piacere può tornare ad avere spazio.